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ROCCA CALASCIO, VIAGGIO NEL TEMPO NEL CASTELLO DI LADYHAWKE

Quando si pensa all'Abruzzo, tra i primi siti turistici che vengono in mente c'è sicuramente #RoccaCalascio, l'unica frazione dell'omonimo comune di Calascio, in provincia dell'Aquila, costituita da un castello di spettacolare bellezza e dal borgo medievale adiacente, tra i cui vicoli, ancora oggi, si riescono a respirare la storia e la cultura transumante tipiche d'altri tempi.





Tra i luoghi più suggestivi di tutta la Regione, la Rocca è situata su un crinale a 1.460 metri di altitudine, sulla valle del Tirino e l’altopiano di Navelli e a poca distanza dall'altopiano di Campo Imperatore, con il castello in posizione rialzata, che domina tutto il paesaggio per la sua spettacolare bellezza.


Una bellezza che, nel tempo, gli è valsa tutta la notorietà di cui oggi riesce a godere, sia come sito turistico, che come set di numerose pellicole internazionali. Fino a qualche anno fa, infatti, erano poche le persone a conoscenza del fatto che la struttura fosse stata stata utilizzata come ambientazione per numerose produzioni cinematografiche, ricevendone anche un discreto ritorno di immagine. Il primo lungometraggio ambientato alla Rocca è Amici miei - Atto IIº, nel 1982. Nel 1985, è stata invece la volta di Ladyhawke, in cui il castello, allora non ancora restaurato, era il rifugio dell'eremita impersonato da Leo McKern.


Ha poi ospitato il set dei film Il nome della rosa (1986), Il viaggio della sposa (1997) e L'orizzonte degli eventi (2005).


La struttura è inoltre visibile anche in alcune scene del film interamente girato tra Sulmona, Castel del Monte, Capestrano, Calascio e Castelvecchio Calvisio e con George Clooney come protagonista, The American ( 2010), ed è stata anche anche set di alcune serie televisive, tra cui le produzioni della Rai La Piovra 7 - Indagine sulla morte del commissario Cattani (1995) e Padre Pio (Italia, 2006).




Turisticamente parlando, è più o meno nell'ultimo ventennio che è divenuta famosa. Tanto da essere inserita dal National Geographics tra i 15 castelli più belli d'Europa, proprio per la sua spettacolarità e il suo valore storico e naturalistico.


Il castello, infatti, si trova all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga ed è dotata di fascino particolare, anche grazie alla natura incontaminata di cui è circondata e dalla possibilità di ammirare il paesaggio dal suo interno.


Rappresenta inoltre il perfetto luogo di partenza per una serie di escursioni e trekking nella natura dell'appennino e, con la bella stagione, è anche sede di interessanti manifestazioni, tra cui concerti di musica classica ed eventi legati alla falconeria.


Le sue origini sono antichissime. La sua fondazione si fa infatti risalire a Ruggero II d'Altavilla, che ne promosse l'edificazione probabilmente dopo la conquista normanna del 1140; tuttavia il primo documento storico che ne cita il nome è datato al 1239, mentre il primo che ne attesta la presenza al 1380. Alcune fonti ritengono che la struttura possa essere stata costruita sui resti di una preesistente fortificazione d'origine romana.


Fu inserito in un complesso sistema di fortificazioni, a scopo difensivo, che controllavano le vallate abruzzesi; per la sua vicinanza al vasto bacino pastorale di Campo Imperatore, il castello ebbe un ruolo importante relativamente ai percorsi della transumanza.


Nei secoli si susseguirono nel dominio le famiglie Pagliara, Colonna, Celano, Caldora, Accrocciamuro, Piccolomini Todeschini, Del Pezzo, Cattaneo, Medici e Borbone; in particolare, nel 1463, su concessione di Ferdinando I di Napoli, il castello passò ad Antonio Todeschini della famiglia Piccolomini, che dotò la struttura della cinta muraria in ciottolame e quattro torri di forma cilindrica con merlatura ghibellina.


Nel 1703 si verificò un violento terremoto che danneggiò il castello e distrusse quasi interamente il borgo sottostante; nei decenni seguenti, terminata la sua funzione strategica, l'intera rocca andò in declino e fu progressivamente abbandonata, fino a risultare completamente disabitata nel 1957.


A partire dagli anni Ottanta, fortezza e paesino circostante sono stati pazientemente recuperati e oggi è possibile accedere sia all'interno di alcune strutture rimesse a nuovo, che ospitano locali, botteghe e B&B, in cui è possibile godere appieno dei sapori e dei saperi tradizionali tipici della transumanza, sia nello stesso castello, circondato dalla natura appenninica incontaminata e selvaggia.


Nei suoi pressi si trova tra le altre cose anche la chiesetta di Santa Maria della Pietà, dalla pianta ottagonale e dalle dimensioni inusuali per un paesino piccolo come Calascio che, insieme alla fortezza, conferiscono al paesaggio un fascino senza pari.




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